Reperti preistorici dal territorio di Cattaro
Tesoro dei tumuli Mala e Velika Gruda è il titolo della mostra permanente dei reperti preistorici dal territorio di Cattaro organizzata dall’Istituzione pubblica comunale Musei di Cattaro. Gli esposti tra cui alcuni provengono dal III millennio avanti Cristo, saranno esposti nella chiesa di San Paolo nel centro storico dal 10 luglio del 2018.
Tra i numerosissimi tumuli in pietra (poggi) che sono dispersi sui monti delle Bocche di Cattaro, ce ne sono due tra essi che da sempre attiravano il maggior interesse – Mala e Velika Gruda che sono situate vicino al villaggio Radanovići.
Le ricerche archeologiche di Mala Gruda sono state eseguite durante il 1970 ed il 1971. La sua altezza al centro è circa 4 metri, mentre del diametro è circa 20 metri. Le ricerche hanno rivelato che le sepolture a Piccola Gruda venivano realizzate verso la fine del III ed all’inizio del II millennio avanti Cristo.
Nella tomba centrale del tumulo è stato ritrovato un vaso basso frammentato conico ed una coppa con una maniglia. La ceramica di Piccola Gruda dimostra tutte le caratteristiche di ceramica incrostata tipica di Vučedol con gli ornamenti caratteristicamente incisi.
Per quanto riguarda i ritrovamenti di metallo, sono di particolare bellezza di lavorazione e del materiale usato i seguenti oggetti: coltello rituale d’oro, un’ascia rituale d’argento con un’applicazione d’oro e cinque piccoli carichi d’oro che secondo le loro caratteristiche per analogia possono essere classificate in cultura cretese-micenea.
Il tumulo Velika (maggior) Gruda giace un po’ più al sud rispetto al tumulo Mala Gruda.
Il tumulo ha un diametro di 26 m, mentre la sua cima si trova su un’altezza di 6,30 m sopra il terreno circostante. Velika Gruda, in effetti, è un doppio tumulo ed è composto dall’argilla di un altezza di 4,50 m sopra la quale c’è un altro cumulo fatto dai ciottoli in pietra da un ruscello vicino.
Le ricerche archeologiche di Velika Gruda sono state eseguite nel periodo di tre anni, nel 1988, 1989 e 1990. Già durante il primo anno delle ricerche è stato scoperto che la calotta in pietra sopra l’argilla, in effetti, è una necropoli successiva che serviva per sepolture a più strati. Le tombe spostate e resti dispersi sulla cima della calotta appartenevano all’Età del Ferro, mentre le tombe situate nello strato profondo della calotta in pietra appartenevano all’ultima fase dell’Età di Bronzo.
Sul fondo della tomba d’argilla è stata scoperta una tomba a due piani fatta dalle piastre in pietra, senza coperte. La tomba superiore aveva pochissimi oggetti di bronzo, mentre nella tomba inferiore è stato trovato uno scheletro contratto del defunto posto sul lato sinistro, dietro la cui schiena c’era un contenitore rituale di ceramica con delle incisioni e con degli ornamenti incrostati bianchi che appartengono alla cultura di Vučedol. Davanti al volto del defunto c’erano due lame di bronzo e un’ascia stretta di bronzo, e sotto il cranio otto anelli d’oro —-, di cui tre appartengono al tipo di “Mala Gruda“, ovvero alla cultura cretese-micenea, mentre le altre cinque possono essere corellate ai ritrovanti dall’isola greca Leucade nell’arcipelago Ionico.